TRADUZIONE: UN LAVORO DI SQUADRA

Il traduttore
Il traduttore è più o meno uno scrittore. Meno perché la sua arte è secondaria, più perché si deve confrontare con tutti gli scrittori che traduce, conoscere il loro pensiero e sviluppare le sue capacità creative, inserendo il prototesto in un contesto nuovo.
Quando si parla di decisioni creative, bisogna considerare che l’autore dell’originale ha molte più possibilità, un campo di scelta più vasto rispetto al traduttore. Quest’ultimo dispone, invece, solo della realtà fissata nel testo.
Possiamo distinguere tre diverse posizioni del traduttore rispetto alla catena della comunicazione:
·         Autotraduzione: è lo stesso autore che traduce la propria opera. L’autotraduzione rappresenta un nuovo canale comunicativo, infrangendo l’irripetibilità e la chiusura linguistica, cancellando, così, i confini fra traduzione e rielaborazione. Essa rivela i seguenti tratti caratteristici: non è una comunicazione per sé ma indirizzata ad altri; non garantisce risultati ottimali, ma l’autore diviene il miglior traduttore di se stesso e della sua opera. Il fatto che la creatività autoriale e traduttiva sia nella stessa persona non necessariamente determina che il metatesto sia identico al prototesto.
·         Traduzione polemica: l’autore del prototesto polemizza verso la realtà. Il traduttore può polemizzare soltanto con l’autore e solo sottolineando le caratteristiche del prototesto con le quali non è d’accordo. Non deve però infrangere le caratteristiche della traduzione.
·         Traduzione implicita: l’autore inserisce nel metatesto segmenti del prototesto che ha tradotto desiderando di utilizzarli in modo funzionale. In breve, egli inserisce nella propria opera interi passi di traduzione ed è consapevole che il ricevente conosce l’opera e la sua origine traduttiva.
·         Traduzione di seconda mano: si tratta di casi di traduzione indiretta a cui il traduttore ricorre quando non conosce la lingua del prototesto.  Questo tipo di traduzione è nato soprattutto per esigenze informative. Un esempio è caratterizzano dall’adattamento dei testi poetici. Un traduttore traduce in modo letterale il contenuto dei versi e successivamente un altro scrittore adatta la versione nella lingua ricevente ricreando i canoni culturali e linguistici del contesto ricevente.
Il Lettore
Il lettore costituisce l’altra dimensione comunicativa dell’atto traduttivo.
Egli entra in gioco nella comunicazione non solo nella ricezione del testo ma anche nella formulazione del metatesto. Pur non avendo l’ambizione di creare qualcosa di nuovo sulla base del testo letto, ne parla e ci riflette sopra.
Anche il solo fatto che, dopo aver letto un romanzo, il lettore dica: “Avrebbe potuto concludersi diversamente”, esprimendo un parere sulle soluzioni proposte dell’autore, dimostra la sua partecipazione al processo di comunicazione letteraria.
Occorre distinguere diverse posizioni nel rapporto tra lettore e traduttore.
Il traduttore partecipa al processo traduttivo in duplice veste: una volta come realizzatore della comunicazione primaria e una seconda volta come artefice del nuovo atto comunicativo. Egli riceve sia le direttive dell’autore del prototesto sia quelle del ricevente del metatesto.
Viene così iniziata una nuova catena comunicativa e il traduttore crea il testo pensando al lettore modello di quella data opera.
Le due figure compaiono, così, come i due poli estremi della vita testuale.
Il traduttore durante il processo creativo è il soggetto delle decisioni creative, il lettore è il suo partner comunicativo. Può essere considerato un coautore quando per esempio partecipa a inchieste sulla lettura o invia lettere all’autore.
Qui di seguito elenchiamo le due situazioni più comuni  nel rapporto traduttore-lettore:
·         Il traduttore entra in relazione con il lettore come autorità unica nella mediazione tra lettore e prototesto. Nella percezione del lettore, la traduzione rappresenta un testo primario, unico. Questo avviene quando il lettore sa che si tratta di una traduzione, sa dell’esistenza del traduttore, ma non conosce l’autore né il prototesto. La traduzione è la sua unica fonte di informazioni sul prototesto. Le traduzioni da lingue inaccessibili diventano, così, traduzioni autorevoli.
·         Situazione opposta si realizza quando il ricevente conosce il prototesto e ha la possibilità di confrontare le decisioni del traduttore. Il testo originale diviene, così, primario per il ricevente e la traduzione viene percepita come di secondo grado. In questo caso non si tratta di un ricevente passivo, ma di un potenziale collaboratore traduttivo. Egli conosce le fonti di cui si è servito il traduttore e può provare interesse per il modo in cui il traduttore ha deciso di operare.
I lettori che non conoscono il prototesto sono in genere la maggior parte. Ma quale che sia tra le due ipotesi, il lettore e il traduttore influiscono sempre sul metatesto. Il lettore, della cui ricezione il traduttore tiene conto, interviene nel testo come “lettore interno” che detta al traduttore le proprie abitudini testuali.
Il redattore
A plasmare il metatesto, oltre ai diretti partecipanti alla comunicazione, prende parte in una certa misura un elemento esterno, il redattore, colui che confeziona il testo nel suo formato definitivo. Egli esegue le direttive che gli editori hanno adottato sotto l’influsso delle abitudini dei lettori.
Nella pubblicazione di una traduzione non si può prescindere da questo ruolo anche se la sua partecipazione è molto spesso ignorata.
Ma la sua funzione nel processo di comunicazione non è solo pura approvazione linguistica. Egli ha il diritto di intervenire nel testo, di crearne varianti che differiscono dalla versione autorizzata dal traduttore.
La manipolazione del testo ad opera del redattore è in sostanza una sua trascrizione tendenziosa: trascrive il testo caratterizzandolo con le proprie tendenze. Egli è portatore dei canoni culturali e linguistici del tempo e durante la correzione stilistica del metatesto usa modelli canonizzati di scrittori famosi o soluzioni comuni a molti traduttori di un certo periodo culturale.
I suoi interventi sono definitivi.
In qualità di partner del traduttore, potrebbe essere considerato una sorta di “coautore”, sia dichiarato, che anonimo e l’importanza della sua funzione aumenta in particolare quando lavora a un testo definitivo senza il consenso del traduttore (ad esempio, dopo la sua morte).