lunedì 21 novembre 2011

L'Ottocento: nuovi orizzonti per una scienza in via di sviluppo

In un convegno alla Reale Accademia delle scienze di Berlino nel 1813, Schleiermacher pronuncia il discorso Metodi del tradurre, gettando le basi per la creazione di una nuova scienza della traduzione. Egli abbandona così tutti i luoghi comuni sulla traduzione: fedeltà, vicinanza all’originale, libertà, scorrevolezza, leggibilità.
La lingua non è soltanto un mezzo per esprimere ciò che abbiamo dentro, ma è anche ciò che forgia il nostro contenuto mentale. La forma dei concetti, il modo e il mezzo di metterli insieme sono delineati dalla lingua in cui è nato ed è stato istruito un certo individuo.
Schleiermacher parla appunto dell’opportunità di mettere a contatto autore e lettore: si devono mettere insieme due persone totalmente separate l’una dall’altra per via della lingua.
I due metodi traduttivi che Schleiermacher individua sono la parafrasi e l’imitazione.
La parafrasi tratta gli elementi linguistici come se fossero elementi matematici; rende, infatti, il contenuto con limitata precisione ma fa perdere nel lettore l’impressione dell’originale, uccidendo così il discorso vivo. Quest’ultima può fungere al massimo da commentario, mai da traduzione.
L’imitazione ha, invece, un obiettivo più ambizioso: suscitare nel lettore del metatesto le stesse emozioni suscitate nel lettore del testo originale. Leggi articolo intero

La Genesi: quando tutto ebbe inizio

Il caso della Bibbia è un caso a sé nella storia della traduzione perché non espone  problemi traduttivi, ma, nel suo primo libro la Genesi, narra i precedenti storici di questa pratica letteraria, in altre parole, la sua origine.
Più precisamente ci riferiamo qui all’episodio della Torre di Babele in cui l’uomo intende sfidare Dio per raggiungere la sua Onnipotenza e vuole costruire una torre alta fino al cielo per raggiungerlo.
Dio finì, così, per punirli facendoli parlare in diverse lingue per rendere loro impossibile comunicare e per far si che si rendessero conto della loro limitatezza rispetto alla sua grandezza divina.
Così, successivamente, i vari teorici non solo utilizzarono l’espressione “Torre di Babele” per riferirsi alla traduzione, ma i traduttori stessi divengono, in tal senso, mediatori tra l’impotenza umana e l’Onnipotenza divina. Leggi articolo intero

True rewriting: the history of translation

Lutero e la traduzione della Bibbia: la formazione della cultura tedesca

Martin Lutero
Martin Lutero traduce la Bibbia e i Vangeli in volgare tedesco e nel 1530 scrive Senbrief Vom Dolmetschen[1], che costituisce un documento di discreta importanza anche per la storia della traduzione.
In questo testo Lutero insiste sul fatto che, per tradurre, bisogna capire il senso del testo, la sua vera anima. Non bisogna solo fossilizzarsi sulle questioni puramente linguistiche. Si deve trasferire dalla lingua di partenza a quella di arrivo non la lettera, ma il significato di ogni passaggio.
“La sola grammatica non basta per tradurre la Bibbia”, non serve la sola conoscenza della sintassi greca ed ebraica per tradurre la Scrittura, ma il traduttore deve conoscere la storia del popolo che ha dato origine al libro.
Infine, pensò poi di fare un “dizionario biblico” che riunisse tutti gli strumenti necessari all’interpretazione della parola di Dio.
La traduzione della Bibbia è un testo fondamentale anche per la formazione di una lingua popolare tedesca scritta, per l’identità stessa della cultura tedesca.
Il popolo teutonico fino ad allora non era naturalmente in grado di comprendere il testo sacro, considerando il latino un qualcosa di astratto e inaccessibile. Ed è per questo che Lutero ha creato un metatesto nella lingua parlata dal popolo tedesco.                
 Egli ha puntato a far comprendere il testo a tutte le classi sociali e la sua scelta è stata duramente criticata dai sostenitori della sacralità, che accorsero in difesa del significato originario delle Sacre Scritture, ritenendo che il religioso avesse compromesso il vero messaggio divino.
Questo fu uno dei primi passi che condussero all’inesorabile rottura del mondo cristiano e che portarono alla Riforma Luterana. Leggi articolo intero

LA TRADUZIONE DEI TESTI RELIGIOSI: UNA PRECISIONE PAROLA PER PAROLA

La produzione dei testi religiosi, in particolar modo, richiedeva una precisione assoluta da parte dei traduttori, una precisione parola per parola per il timore di perdere o di alterare il senso della parola divina.
Figura emblematica in questo ambito fu San Girolamo (347-419), autore della migliore traduzione della Bibbia.
Nel suo trattato De optimo genere interpretandi, egli chiarisce alcuni punti riguardo la traduzione dei testi sacri: “nel tradurre la Parola di Dio bisogna rispettare ogni singolo passaggio perché anche l’ordine delle parole è un mistero. Bisogna garantire la massima fedeltà, limitando il rischio di falsare la parola divina con un’interpretazione personale”. Tutto ciò ha determinato la nascita della traduzione parola per parola. Questa traduzione consisteva nella trasmissione letterale di tutti gli elementi linguistici che caratterizzano l’originale. 
Ma tale concezione di processo traduttivo portava inevitabilmente a una distorsione del contenuto del prototesto. Leggi articolo intero

Interessantissimooooooooooooooooooooo...!

Langue&Parole organizza il corso on-line "Tradurre luoghi e culture: la
traduzione di testi turistici", 9 gennaio - 12 febbraio 2012.
Lingue di lavoro: inglese, francese, spagnolo.

http://www.langueparoleformazione.com/tradurre-luoghi-e-culture-la-traduzion
e-di-testi-turistici/

Partecipano Rosaria Fiore, traduttrice di guide Lonely Planet, e Silvia
Cavenaghi, traduttrice di guide Bradt, oltre ai revisori di Langue&Parole.

Fino al 23 dicembre, 10% di sconto sulla quota di iscrizione per tutti gli
iscritti a Biblit e Biblitiana.
Richiedere il modulo a info@langueparole.com, mettendo in copia l'indirizzo
moderatore@biblit.it

La Riscrittura Viva: storia dei processi traduttivi

A tutti i traduttori di tedesco, ma anche ai curiosi...

On Friday 9 and Saturday 10 December 2011 the thirteenth edition of the
Dutch Literary Translation Days will take place in Amsterdam. On the first
day a symposium will be organized on the theme of 'Translation and
Zeitgeist: the shelf life of the translator'. Do translators have a sell-by
date? Should they stop translating certain kinds of texts as they get older?
How well do they feel their translations from decades ago have withstood the
test of time? Has their approach to translation changed over the years? And
what about young translators, who are confronted with the words of writers
who are (much) older than them? What policy do publishers have? Do they take
the age of translators into account? Are they prepared to give younger, less
experienced translators a chance? Five speakers - older and younger
translators, and a publishing professional - will focus on this theme, with
opportunities for audience participation in the discussion. The symposium
day will conclude with the presentation of the Dutch Foundation for
Literature's prizes for translation.

On the second day a large number of translation workshops will take place.
In addition to workshops on language pairs that have been addressed before
(French-Dutch, German-Dutch, English-Dutch, Italian-Dutch, Spanish-Dutch and
Dutch-French, Dutch-German and Dutch-English), there will be new workshops
for Norwegian-Dutch, Russian-Dutch, Dutch-Czech and Dutch-Turkish.

The symposium day will be attended by around 370 participants; some 200
translators have registered to take part in the workshops.

The Literary Translation Days are organised by the Vertalershuis
Amsterdam/Amsterdam Translators' House. For more information (in Dutch), see
the website of the translators' house.
<http://www.vertalershuis.nl/nieuws/vertaaldagen/dertiende-literaire-vertaal
dagen-amsterdam.php>

venerdì 18 novembre 2011

Guardatelo... è un'iniziativa molto carina

Video presentazione della neonata Casa delle Traduzioni.

http://www.mediatecaroma.it/mediatecaRoma/home.html

Link interessante per tutti i traduttori letterari....

http://revistavasoscomunicantes.blogspot.com/

Divertiamoci un po' con questo sondaggio!

http://lastanzadeltraduttore.wordpress.com

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Com’è la stanza di un traduttore? Che rapporto ha il traduttore con questo
spazio di lavoro che spesso è un’estensione della propria casa, se non la
casa stessa?
Cosa vede il traduttore quando alza gli occhi dal monitor e dai dizionari?
Con chi o con cosa condivide il suo spazio? Come concilia la traduzione con
tutte le altre attività?

Qui, in questo spazio virtuale, i traduttori raccontano il proprio spazio di
lavoro, quello reale, in cui si consuma il triplo salto mortale dal testo di
partenza a quello di arrivo.

[La stanza del traduttore è nata il 13 aprile 2011 da un'idea di Herta Elena
Rudolph e Tiziana Cavasino sulla falsariga della pagina Le stanze dei nostri
scrittori dell'Archivio Caltari.]

Chi volesse partecipare a questa iniziativa può inviare una foto della
propria stanza, una descrizione di massimo 2 cartelle e una minibiografia al
seguente indirizzo lastanzadeltraduttore@gmail.com

Umberto Eco si rivolge a coloro che vogliono intraprendere la carriera di traduttore

Tradurre: i maggiori problemi in cui si imbatte il traduttore

I problemi traduttivi possono essere suddivisi in fondamentali, specifici e particolari. I problemi di ogni gruppo sono strettamente legati e condizionati gli uni agli altri. La soluzione dei problemi particolari dipende dalla soluzione dei problemi specifici e così via.
E inoltre, l’importanza della traduzione della letteratura specialistica scientifica tradotta ha contribuito alla formazione dei princìpi della traduzione adeguata e della concezione della traduzione come riproduzione precisa dell’originale. Attualmente si ritiene che ogni processo traduttivo, indipendentemente dal genere di testo che si traduce, rappresenti un insieme di processi linguistici creativi. Così la traduzione artistica può essere definita come una variante dell’attività letteraria creativa e si differenzia dagli altri generi di traduzione (quelli scientifici) definiti processi linguistici non creativi. Tradurre significa, allora, “esprimere in maniera esatta e completa quello che è già stato espresso con gli strumenti di un’altra lingua, mantenendo l’unità tra contenuto e forma”. Ma in parallelo alla teoria generale, è necessario elaborare teorie specialistiche condizionate dai diversi tipi di testo da tradurre.
In svariati lavori viene ripetuto l’invito ad avvicinare la teoria alla pratica e di precisare l’oggetto di studio. Bisogna necessariamente definire un insieme di regole per affrontare i problemi essenziali della traduzione e proporre un metodo universale di processo traduttivo che abbracci varie esperienze traduttive.
A questo punto è doveroso introdurre il concetto di “traduzione totale” che nasce per la prima volta negli anni Sessanta. Introdotto da Catford, questo concetto distingueva da un lato la “traduzione completa” (full translation) e la traduzione parziale (partial translation) e dall’altro la “traduzione totale” e quella “limitata” (total and restricted translation).
Per traduzione completa si intende la traduzione integrale di un testo in tutte le sue componenti.
La traduzione totale è, invece, un processo in cui il materiale della lingua emittente si traduce in quello della lingua ricevente, ma non necessariamente a tutti i livelli. La sostituzione in questo caso avviene tramite “equivalenti”. Leggi articolo intero

La Torre di Babele

La vera storia della Torre di Babele

MESSAGGIO DI BENVENUTO

Benvenutdi Simona Mambrini, 24 ottobre 2011

Heavenly father, the creature was bilingual!
(S. Beckett, More pricks than kicks)

Tradurre è molto più che trasporre un testo da una lingua a un’altra, ed è un’operazione ben più complicata che mettere in riga i significati delle parole. Tradurre, infatti, significa ricreare e reinventare un testo sfruttando le potenzialità della lingua.
Questa rubrica intende offrire uno spazio di parola a quel particolare professionista del linguaggio che è il traduttore: un maneggiatore/ manipolatore di parole che si scontra quotidianamente con la lingua e i suoi significati.
Di volta in volta, un traduttore affronterà un particolare termine, un’espressione, un proverbio o un modo di dire per il quale non sempre esiste un traducente adeguato registrato nei dizionari, e che occorre costruire ingegnosamente o creare ad hoc per le specifiche esigenze del testo. I dizionari, infatti, costituiscono un prezioso strumento di lavoro a disposizione del traduttore, ma spesso le strade per arrivare alla soluzione più adatta, le mot juste, seguono traiettorie imprevedibili e percorsi non necessariamente prestabiliti.
Questa rubrica vuole essere una sorta di “aneddotica della traduzione” che rivela il processo di ricerca della risposta alla sfida sempre aperta della traduzione.

FIERA DI ROMA, incontro con Biblit

La Casa delle traduzioni (Roma)

I POMERIGGI LETTERARI PRESSO LA CASA DELLE TRADUZIONIhttp://comune.roma.it/wps/portal/pcr?jppagecode=casa_traduzioni.wp

23 novembre: presentazione della traduzione di Il compleanno di Dulce
Maria Cardoso, Roma, Voland, 2011. Ne parlano l’editore Daniela Di
Sora e il traduttore Daniele Petruccioli. Collegamento via Skype con
l’autrice.
7 dicembre: presentazione della rivista «Tradurre». Partecipano
Gianfranco Petrillo, direttore della rivista, e Claudia Tarolo
(edizioni Marcos y Marcos).
12 dicembre: presentazione della traduzione di San’kja di Zachar
Prilepin, Roma, Voland, 2011. Partecipano l’autore e l’editore Daniela
Di Sora.
16 dicembre: reading natalizio alla Casa delle Traduzioni. Gli amici
traduttori leggono passi scelti tratti da un proprio lavoro.

Tutti gli incontri hanno inizio alle 18.http://comune.roma.it/wps/portal/pcr?jppagecode=casa_traduzioni.wp

Il traduttore come "traditore" : libertà o fedeltà in traduzione

Quando il traduttore si mette a lavoro, il suo primo compito è quello di comprendere e interpretare il prototesto.
E l’opera passa da una lingua all’altra come messaggio omogeneo grazie allo stile. È proprio lo stile a rappresentare l’unità dei vari messaggi testuali.
Il metatesto contiene determinati cambiamenti rispetto al testo originale proprio perché l’interpretazione dipende anche e soprattutto da chi la compie e da altri.
Il raffronto di fatti e collegamenti esterni dell’opera o della sua tematica, può essere d’aiuto al traduttore. Più il traduttore sa del tema, più è in grado di cogliere a pieno l’invariante del prototesto.
Ma le operazioni traduttive non riguardano soltanto la tematica e la lingua; sono operazioni di carattere anche stilistico.
Sappiamo che la specificità della traduzione come testo sta proprio nell’unità tra tema e lingua.
E lo stile appare per questo l’aspetto più importante in traduzione perché il concetto di corrispondenza traduttiva va definito innanzitutto a livello di stile dell’opera. Da ciò consegue che il campo principale dell’attività del traduttore è legato alla ricerca e alla scelta di traducenti stilistici del prototesto per il metatesto che si vuole creare.
Per “corrispondenza stilistica” si intende corrispondenza nella cultura ricevente. E il nucleo che dal prototesto passa al testo tradotto è l’invariante testuale. Leggi articolo intero

La traduzione : quando lo stile supera le parole

Traduzione e Stile
La traduzione non è semplice sostituzione di parole a livello linguistico e tematico secondo regole grammaticali, ma è lo stile a determinare la buona qualità di un lavoro. Questa tesi è dimostrabile in modo emblematico raffrontando la traduzione fatta da un traduttore umano e quella fatta da una macchina. Le parole entrano in varie relazioni semantiche nella versione umana perché nel contesto hanno una predeterminata funzione stilistica. E la traduzione fatta dal computer è priva di stile.
Il “dizionario traduttivo” è un dizionario interpretativo e in sostanza non è un dizionario. Il traduttore si trova spesso nella situazione in cui ha esaurito tutte le possibilità del campo semantico senza trovare un traducente lessicale di igual valore, ma è ugualmente tenuto a conservare ciò che tiene insieme i singoli elementi. Occorre superare allora gli scogli della traduzione e non ridurla alle sole parole, prendendo in considerazione il testo nell’insieme.
Per tradurre un testo con i mezzi creativi adeguati, occorre basarsi sulla sua organizzazione, ossia stabilire il posto di ciascun elemento nel sistema complessivo. Il traduttore deve, in sostanza, partire dall’idea di un tutto preciso, organizzato e legato.Leggi articolo intero

domenica 13 novembre 2011

LA TRADUZIONE: UN ATTO CREATIVO

Ogni cultura si apre e vuole comunicarsi. La traduzione ha l’obiettivo di mettere in contatto due culture, quella emittente e quella ricevente, e cerca di analizzare la presenza di creatività di una lingua nell’altra. Molti studiosi ritengono, però, che questo scambio tra culture possa generare anche conseguenze negative come la perdita di unicità, di originalità, la standardizzazione e l’uniformazione delle culture.
Essendo la traduzione il contatto di due lingue e due culture diverse, il traduttore deve conseguentemente essere bilingue. Egli si muove tra due lingue e compara i fenomeni che caratterizzano l’una con quelli dell’altra. Ma il semplice bilinguismo non basta a definire il processo traduttivo.
La formazione del traduttore deve anche essere multidisciplinare. Una buona preparazione linguistica non è detto che aiuti il traduttore anche in modo stilistico così come è vero che, se non si è preparati dal punto di vista linguistico, il talento stilistico non riesce a realizzarsi.
La traduzione è, infatti, frutto di creatività stilistica. E considerando che ogni testo è soprattutto un atto comunicativo, possiamo affermare che il testo è caratterizzato da un duplice aspetto: è un atto sia comunicativo che creativo. E le diverse culture prendono in prestito una dall’altra (tramite la traduzione) ciò che è indispensabile per la loro crescita e il loro sviluppo.