LA TRADUZIONE ATTRAVERSO I SECOLI

Traduzione parola per parola
La produzione dei testi religiosi, in particolar modo, richiedeva una precisione assoluta da parte dei traduttori, una precisione parola per parola per il timore di perdere o di alterare il senso della parola divina.
Figura emblematica in questo ambito fu San Girolamo (347-419), autore della migliore traduzione della Bibbia.
Nel suo trattato De optimo genere interpretandi, egli chiarisce alcuni punti riguardo la traduzione dei testi sacri: “nel tradurre la Parola di Dio bisogna rispettare ogni singolo passaggio perché anche l’ordine delle parole è un mistero. Bisogna garantire la massima fedeltà, limitando il rischio di falsare la parola divina con un’interpretazione personale”. Tutto ciò ha determinato la nascita della traduzione parola per parola. Questa traduzione consisteva nella trasmissione letterale di tutti gli elementi linguistici che caratterizzano l’originale. Ma tale concezione di processo traduttivo portava inevitabilmente a una distorsione del contenuto del prototesto.
Traduzione “a senso”
Dopo aver appreso che la traduzione parola per parola portava in sé molti difetti, comincia a diffondersi nella letteratura laica un nuovo tipo storico di traduzione: la traduzione a senso.
Rispetto ai testi sacri, la situazione qui si rovescia completamente e l’obiettivo di questa traduzione diviene quello di trasmettere il senso generale dell’originale. Quest’ultimo poteva essere liberamente adattato, riassunto, trasformato secondo le necessità.
Nel metatesto derivante si nascondono, però, ancora troppi aspetti caratteristici dell’opera originale. Quindi si ritenne che anche questo tipo di traduzione non era in grado di trasmettere un’informazione invariante.
Traduzione libera
Dopo le continue lotte fra la traduzione parola per parola e traduzione “a senso”, alla fine del Cinquecento inizia a diffondersi in Francia un nuovo tipo di traduzione, la traduzione libera. Le ragioni che hanno permesso tale sviluppo sono di carattere sociale ma soprattutto estetico, come conseguenza dello sviluppo della traduzione di testi artistici.
Questo tipo di traduzione, che si diffuse principalmente nel settore della prosa e della poesia, non si poneva l’obiettivo di trasmettere precisamente l’originale ma di accostare il prototesto ad una norma astratta di bello.
La precisione nella traduzione veniva, così, considerata non in rapporto all’originale, ma in rapporto al modello culturale di riferimento per l’epoca.
La traduzione adeguata
A partire dai primi anni del Settecento inizia a svilupparsi una nuova tendenza: riprodurre nella traduzione i tratti storici e nazionali dell’opera originale, una tendenza che porta quindi a una maggiore precisione. Questa era la traduzione adeguata.
In Francia i nomi degli autori legati a questo tipo di traduzione erano Lecont e Litre; in Germania a Schlegel e Schleiemacher mentre in Inghilterra a Postheid e Polak.
In Russia sorse la prima associazione di traduttori.
Impaziente di occidentalizzare il suo Paese, lo Zar aveva un bisogno urgente di bravi traduttori e rese il mestiere di traduttore una carica ministeriale, equiparandola agli altri funzionari di Stato. Attualmente è il tipo di traduzione più diffuso in tutto il mondo ed ha l’obiettivo di trasmettere l’originale tenendo conto anche del rapporto che intercorre tra forma e contenuto.
Per la prima volta nelle pratica della traduzione si trova un punto d’accordo sulla finalità della traduzione stessa ossia trasmettere un’informazione invariante rispetto all’originale. A contribuire a questo cambiamento fu l’introduzione di testi scientifici, tecnici e documentari.
Nell’antichità non era frequente la traduzione di questo genere di manoscritti. Solo nel Medioevo ai traduttori venne per la prima volta affidato il compito di trascrivere in latino le opere scientifiche del mondo antico. Erano perlopiù arabi che traducevano testi ebraici e greci che trattavano di matematica, filosofia, medicina e astrologia.
Nell’Ottocento, però, la traduzione dei testi scientifici e tecnici iniziò a rivelarsi necessaria per la vita sociale. Si assistette, così, alla nascita e alla rapida espansione di un nuovo tipo di traduzione: la traduzione settoriale specializzata con finalità puramente pratiche e senza riguardi per l’estetica.
La traduzione adeguata raggiunse un maggior livello di perfezione grazie al pensiero della scuola russa che fra l’altro ha dato il nome a questa scienza. I principi base della scuola sono enunciati da Lȗdskanov.
La traduzione contemporanea
Sarebbe scontato ribadire l’importanza della pratica della traduzione nella vita dell’uomo moderno, ma ci sono diversi punti di vista sui suoi metodi di realizzazione pratica: ammissibilità di maggiore o minore libertà del traduttore, riconoscimento di maggiore o minore traducibilità e variazione del grado di precisione a seconda del genere testuale da tradurre.
Importante è comunque il punto di vista secondo il quale il lettore, nel leggere la traduzione, non deve avere l’impressione che davanti a lui ci sia un’opera appartenente a una cultura straniera.
Ed inoltre visto che la pratica della traduzione è in continua evoluzione, la qualità e la precisione della traduzione nonché le conoscenze tecniche del traduttore devono migliorare costantemente.
Attualmente il campo d’applicazione del lavoro del traduttore continua ad espandersi. Se nell’Ottocento il numero di lingue da e verso cui si traduceva era all’incirca di venti o trenta, oggi l’UNESCO ne registra più di milleduecento.
In aggiunta la pratica della traduzione si sta espandendo ad ambiti nuovi come la traduzione per la radio e la televisione, il doppiaggio  dei film e sorgono nuovi problemi relativi alla traduzione poetica e teatrale. Si inizia a parlare, quindi, di traduzione cosmica.
Nei manuali di traduzione si parla sempre del fatto che la scienza della traduzione sia una disciplina relativamente giovane. Ma ripercorrendo la sua storia vediamo che sin dall’antichità si è iniziato a parlare di traduzione.
Gli scienziati che hanno dato vita a questa disciplina sono Čukovskij, Levý, Gačečiladze, Fëdorov, Mounin e Nida.
La fase attuale della scienza della traduzione la contraddistingue dal passato per il forte legame che esiste tra teoria e pratica e così il nuovo traduttore nel suo campo diventa anche teorico della traduzione.
Per questi motivi possiamo citare una serie di libri che raccontano l’esperienza di traduttori e redattori come per esempio Occupazioni diaboliche di M.Kurecka e La parola viva e morta. Dall’esperienza di un traduttore e redattore di N.Gal’.
Essendo la traduzione una scienza in via di sviluppo, non tutti gli studiosi sono d’accordo sui vari metodi di indagine.
Qui di seguito sono riportate tre classi di pensiero differenti:
·         Ricercatori solitari. Si tratta di studiosi che si occupano personalmente della propria preparazione scientifica, non interessandosi a sufficienza sulla cultura già esistente. Sono soprattutto i ricercatori occidentali che non prendono sufficientemente in considerazione le ricerche condotte nei Paesi socialisti. Ma al giorno d’oggi, uno studioso non può basarsi solo sulla propria competenza, ma deve conoscere la letteratura della propria disciplina nel complesso.
·         Centri di ricerca sulla traduzione letteraria. Sono istituzioni in cui ci sono studiosi, teorici e storici che si occupano di traduzione letteraria. Questa attività è svolta anche dai periodici, come Babel, la rivista della Federazione Internazionale dei Traduttori (FIT). Manca, tuttavia, un organo internazionale che si occupi di ricerche scientifiche sulla traduzione letteraria.
·         Scuole di ricerca traduttiva. Il primo posto è occupato dalla teoria sovietica sulla traduzione che ha generato due scuole ben distinte: la scuola sovietica classica tra i cui rappresentanti figurano traduttori e teorici molto noti come Kaškin, Levik e Toper e la teoria sovietica sulla traduzione della quale Fëdorov ha posto le basi. Il suo principale centro di ricerche è l’Istituto di lingue straniere Torez di Mosca. I risultati della ricerca vengono pubblicati nei Quaderni del traduttore, periodico diretto da Barhudarov. I rappresentanti più autorevoli della scuola sono Komissarov, Krupnov e Recker.
Ma le scuole di traduzione si basano su teorie linguistiche diverse. Alcune di esse, come quelle dell’Europa Occidentale, si distinguono perché non riconoscono uno status autonomo della teoria della traduzione.
Ed è appunto per questo che molto spesso gli incontri fra i traduttori e i linguisti si concludono senza obiettivi, lasciando grandi delusioni.
Ad ogni modo la teoria cecoslovacca è quella che ha avuto più successo a partire dagli anni ’60. Recentemente le nuove generazioni si occupano di traduzione dal punto di vista comunicativo e sono quelle che fanno parte dell’Istituto di comunicazione letteraria di Nitra.